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I Film

CANNES 2012: Reality
di Matteo Garrone, con Aniello Ariena, Loredana Simioli e Nando Paone

È “colpa” mia se ultimamente sento tutti i film come fossero dei dolci? Forse si, nel senso che la Cinegustologia è innanzitutto questo, soggettività e “momento”. Pertanto, anche se tra qualche mese, rivedendo in sala il film di Matteo Garrone, mi potrà sembrare “altro”, qui a Cannes lo sento – ora – come un confetto. Ipercolorato, di un rosso invasivo e un po’ artificiale che t’investe coi suoi zuccheri così piatti da sembrare altrettanto finti, per poi lasciare spazio alla grassezza amara della mandorla. Un amaro che, anche solo per contrasto, rimane nella memoria papillare per diverso tempo. Da solo.

La storia trae spunto da un episodio realmente accaduto a Napoli, quando un uomo, in predicato di entrare nella casa del “Grande Fratello”, confuse definitivamente la realtà con la virtualità, vivendo in un mondo parallelo ai confini con la follia. Lui non è il solito giovincello con poca esperienza di vita e molta inconsapevolezza, invece un uomo sposato e con due figli, il che rende ancora più drammatica la storia. Che fa, in attesa di ricevere la conferma del suo ingresso, conferma che non riceverà? condiziona tutta la sua vita reale facendo cose che mai avrebbe fatto perché pensa di essere osservato – in incognito – dai selezionatori del format, che vogliono capire se è meritevole o no.

In effetti già nella bellissima scena iniziale del film (scena che, partendo dalla visione inquietante di un Vesuvio immerso nella nebbia, finisce per zoomare su di un cocchio che sta portando due sposi a un ricevimento di nozze che è solo spettacolo, invece che festa del cuore) capiamo che il mondo reale è già morbosamente impregnato di quello stesso bisogno di apparire che connota il “Grande Fratello”. Dove starebbe, allora, il senso di realtà? Forse da nessuna parte. Proprio come succede in quel confetto. Che bisogna sciogliere lentamente, con pazienza, se si vuole capire che il dolce è solo la – seducente – anticamera dell’amaro.

Marco Lombardi


Potiche